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Diario namibiano

03/12/2014

Diario-namibiano
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Diario namibiano è una mia inchiesta|travelogue sull’occidentalizzazione incipiente delle culture San, Nama e Herero, sulla cooperazione culturale e la trasformazione delle abilità tradizionali in “design” e “fine arts”. L’ho realizzata anni fa, tra Sudafrica e Namibia, collaborando con istituzioni locali e intervistando operatori culturali, storici, cooperanti e artigiani.
Il Diario è stato finalista del Premio Paola Biocca|Società Italo Calvino per il reportage lungo nel 2002; e ripubblicato (senza immagini) in: Ho visto, e/o, Roma 2003. Scriverlo fu per me importante e per più versi catartico: usavo strumenti da storico e critico d’arte in contesti lontani, in una prospettiva antropologica, al di fuori del ristretto mondo dell’arte contemporanea (venivo da esperienze curatoriali). Mi interessava poi osservare la trasformazione del saggio in narrativa non fiction, taccuino o diario di viaggio. Sono felice adesso di renderlo liberamente disponibile qui e qui.

 

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Per effetto di rovesci economici o militari, cesure istituzionali e drammatici conflitti sociali, la storia culturale italiana del Novecento ha caratteri come di palinsesto: una continuità profonda, scritta in un alfabeto spesso perduto, corre al di sotto di innumerevoli cancellazioni e rifacimenti di superficie. L’opacità dei documenti e la dispersione degli archivi consiglia un’estrema sensibilità storica e linguistica e una diffidenza metodica per l’apparente ovvietà dei processi di trasmissione culturale. La tradizione interpretativa, osservava Giovanni Previtali, dovrebbe esserci preziosa in senso per lo più eziologico: come storia dell’errore.

In Arte in Italia tra le due guerre Fabio Benzi si misura con due difficoltà principali. La prima interna: potremmo chiamarla reticenza documentale. Se molti artisti italiani del ventennio non avevano mancato di assicurare il loro sostegno al regime, per sincerità, convenienza o un inestricabile intreccio tra le due, questi stessi artisti avevano poi cercato, negli anni della guerra e subito dopo, di riscrivere la propria storia nel segno della dissidenza se non dell’antifascismo militante.

La difficoltà esterna cui ho prima accennato sta invece nel pregiudizio internazionale.

_Doppiozero, 25.8.2014, qui

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#‎JacopoLigozzi @GalleriaPalatina @PalazzoPitti: mostra mirabile ***