Leggo #GuglielmoForgesDavanzati ROARS Return on Academic ReSearch#ANVUR #politicheuniversità e sono colpito dall’allarme per l’individualità creativa – allarme che condivido in pieno (qui). Il rapporto tra ricerca e movimenti mi sembra prezioso per la cultura umanistica in una congiuntura avversa come quella attuale; in Italia e altrove. Ma è un rapporto da considerare in un doppio senso e con accorgimenti specifici. Nel Momento Eureka. Pensiero critico e creatività (Doppiozero CheFare), in particolare al capitolo i. “Humanities e innovazione sociale. Individui, istituzioni, comunità”, discuto il caso del ricercatore innovativo, e se sia possibile stabilire connessioni (in senso bruniano: “vincoli”) tra creatività a partecipazione; e a quali condizioni (qui. Il download è libero).
Un incontro sui temi della creatività, dell’arte contemp e dell’innovazione cui sono lieto di prendere parte all’università di Macerata. Con ricercatori, amministratori e imprenditori impegnati in programmi di partenariato Italia|Cina. Giovedì 5 marzo 2015.
Programma conferenza:UniMacerata 5|6.3.2015.
Mariaztella
23/12/2014
Questa è la risposta di #MariastellaGelmini alle ricerche che avvertono dell’abbandono di una percentuale sempre maggiore di ricercatori a tempo determinato – una risposta ideologica e massimalistica, che chiarisce l’intenzione punitiva. Gelmini ignora (e come non potrebbe?) gli studi di psicologia della creatività che riconoscono la correlazione esistente, in artisti, scienziati, ricercatori innovativi, tra autonomia e iperlavoro: si è tanto più produttivi quanto più ci si sente apprezzati e si è lasciati liberi da invadenti burocrazie. Si può considerare positivamente una riforma che distrugge l’istituzione che dovrebbe riformare? E soprattutto: la riforma ha stanato i pessimi – secondo il proposito dichiarato – o colpiti invece quanti non hanno niente a che fare, per ragioni anagrafiche e non solo, con le assunzioni indiscriminate degli anni Settanta e Ottanta?
Questo il mio contributo all’eBook Nuove Pratiche Fest 1.0, dedicato al tema dell’#innovazioneculturale (:duepunti, Palermo 2014; free download qui). Un eBook che suggerisco di tenere in buona evidenza nello scaffale digitale: si propone di costituire una prima raccolta di punti di vista, definizioni e progetti su un tema avvincente quanto a venire.
Personalmente ritengo si debba distinguere tra #innovazionecognitiva da un lato; e #innovazionesociale dall’altro. La prima ha a che fare con la creatività esperta, il “flusso” di cui parla uno psicologo cognitivo come Mihaly Czicksentmihaly o “i momenti Eureka” descritti da Eric Kandel). La seconda ha a che fare con la trasformazione dei modi in cui produciamo e condividiamo “cultura”, o ne beneficiamo (dunque: economie della cultura, imprenditoria culturale, usi sociali della cultura).
A Palermo si è parlato soprattutto di questo secondo e decisivo aspetto, #socioeconomico, particolarmente nutrito e sollecitato dall’affermazione delle tecnologie digitali e dalle pratiche di collaborazione_condivisione. Nel mio breve intervento mi riferisco però soprattutto al primo aspetto. La correlazione tra i due aspetti, oggi da immaginare e costruire, potrà rivelarsi fortemente innovativa (in ogni senso del termine!).