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Duchamp Method

23/03/2015

Immagine 115_Macchina e stella
Una nuova brillante review del mio Macchina e stella: Jacopo Galimberti @Alfabeta2 qui.

August-Friedrich-Siegert-Il-conoscitore

Vorrei considerare il tema dei rapporti tra ricerca e giornalismo culturale considerandolo dalla prospettiva di un particolare settore di studi, il mio. Chi è il destinatario della storia dell’arte? Come avvicinare un pubblico più ampio della ristretta cerchia di specialisti, collezionisti e devoti? O emancipare lo studio del passato dalle lamentazioni della nostalgia? Queste alcune domande possibili. Spesso distinguiamo le due attività – “ricerca” e “giornalismo culturale” – in maniera precipitosa e sommaria, senza riguardo per le ambiguità o le sfumature. Facciamo riferimento al tipo di pubblicazione che accoglie questo o quel contributo e impieghiamo grande zelo nel distinguere tra riviste scientifiche, riviste divulgative, giornali, blog etc. Tutto questo sembra penosamente estrinseco. Simili distinzioni hanno davvero a che fare con l’intima necessità e coerenza di un percorso di ricerca innovativo, che cerca di trovare e coltivare il suo pubblico a più livelli e in modo molteplice?

Ne scrivo @ROARS qui

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_Doppiozero, 3.7.2014, qui

Negli ultimi anni la libertà della ricerca è stata posta sotto attacco ovunque in Occidente, sia in modo diretto che indiretto, con riferimento alle discipline umanistiche e non solo: campagne denigratorie contro insegnanti e ricercatori, procedure di misurazione quantitativa dei “prodotti”, inasprimento del controllo politico-burocratico.

Per tutti coloro che vi hanno studiato in passato, accolti da cortesia e professionalità, e per coloro che potranno desiderare di studiarvi in futuro l’Istituto Warburg è un tempio laico consacrato alla scienza e all’esplorazione intellettuale, una testimonianza operosa e vivente del rifiuto di pianificazioni arbitrarie. La sua esistenza costituisce una tacita sfida ai nemici della curiosità: per questo dobbiamo impedire che la comunità di studio e ricerca che si raccoglie attorno ad esso e la sua unica collezione di libri finiscano irragionevolmente dispersi.

Costituita con fondi privati – Warburg aveva rinunciato alla parte spettante della ricchezza familiare in cambio di un finanziamento illimitato all’acquisto di libri – la biblioteca è un organismo unico che l’università di Londra, accogliendola nel 1944 nelle sue collezioni librarie, si impegnò a preservare “per sempre” nello stato originario. Oggi però, per ridurre i costi del mantenimento, la stessa università ha dato incarico ai suoi rappresentanti legali di invalidare gli accordi siglati al momento dell’acquisizione. Tale iniziativa può preludere alla fine delle attività dell’Istituto e allo smembramento della sua biblioteca.